Relazioni difficili e comunicazione efficace: il metodo Gordon.

Thomas Gordon (psicologo ed educatore americano, candidato al Nobel per la pace per tre anni di fila a partire dal 1997) ha realizzato un metodo per promuovere relazioni durature e significative tra le persone, basato sulla reciproca soddisfazione e sulla risoluzione pacifica dei conflitti. Inizialmente ideato per insegnanti, alunni e genitori come metodo pedagogico, è stato poi adattato ed esteso alla comunicazione tra le persone.

Il METODO GORDON è utile per ridurre problemi e conflittualità di coppia ma anche tra colleghi, amici, familiari e in ogni relazione o circostanza in cui si possa generare una comunicazione difficile. Tale tecnica comunicativa aiuta a padroneggiare le conversazioni con assertività, riportando le proprie argomentazioni senza offendere l’interlocutore e senza rischiare di inasprire lo scambio. Include capacità di ascolto, espressione dei propri bisogni e disponibilità a collaborare per la ricerca di una soluzione.

Si basa principalmente su due modalità comunicative:

1. Uso dei MESSAGGI IO

cioè comunicare come ci si sente usando la prima persona, quindi con messaggi che non contengano giudizi o accuse verso l’altro.

Spesso quando ci si sente arrabbiati, delusi, feriti o irritati con l’altra persona si tende ad usare il messaggio tu: 

Tu: “…hai sbagliato!”, “…sei in ritardo!”, “…mi fai innervosire!”, “…sei il solito egoista!”, “…sei disordinato!”, “…è colpa tua perchè…”.

Questo modo di porsi risulta ostilepuò scatenare una reazione negativa, oppositiva e difensiva nell’altro che può passare così al contrattacco.

Invece, è molto più efficace usare frasi contenenti il messaggio io, come: 

Io: “…mi sento ferit* quando non mi ascolti, perché mi sento ignorat*”, “…mi sento trascurat* quando hai troppi impegni”, “Quando arrivi in ritardo alla riunione, mi sento irritato perché devo spiegare il tutto nuovamente, allora ti chiedo puntualità”.

Facendo così non si colpevolizza l’altro ma si espongono le proprie ragioni in modo adulto e diretto, si esplicita con correttezza il proprio pensiero, scaricando la giusta parte di responsabilità. Ciò potrà produrre un clima collaborativo. L’interlocutore si sentirà considerato e utile e sarà più disponibile e cooperativo.

2. ASCOLTO ATTIVO

cioè ascoltare empaticamente con cuore, pancia e mente, prestando attenzione, interagendo attivamente e approfondendo lo scambio.

Si può suddividere in 4 fasi

  • Ascolto passivo, in cui si impiega il silenzio accompagnato da attenzione verso i contenuti esposti dall’interlocutore.
  • Accoglimento di ciò che l’altro è e ci sta riportando; è molto utile accompagnare questa fase con gesti di assenso, espressioni del volto di comprensione e guardando negli occhi.
  • Approfondimento, in cui porre domande per chiarire i concetti (Cosa intendi? Di cosa hai bisogno? Cosa stai provando?)
  • Ascolto attivo, in cui dimostrare l’assimilazione di quanto raccontato dall’altro attraverso riassunti con parole proprie feedback non giudicanti. Questa fase fa percepire all’interlocutore che chi ha ascoltato si è messo nei suoi panni con empatia. 
 

Perché nelle relazioni è così importante saper comunicare?

In ogni relazione si possono attraversare momenti positivi e di sana condivisione e momenti di disaccordo e scontro, che si possono esprimere in maniera diretta o indiretta. La comunicazione, sia quella verbale che non verbale infatti, è il campo di battaglia dove si combattono le proprie guerre, si concretizzano i conflitti e si definisce il tipo di relazione.

Allora, è fondamentale gestire gli scambi comunicativi, imparando, ad esempio, a:

  • Ascoltare con interesse, comprensione e in silenzio.
  • Rispettare i turni di parola.
  • Conferire con rispetto ed assertività i propri punti di vista, le proprie emozioni e le proprie ragioni.
  • Accogliere l’altro e quanto ha da dire.
  • Non esprimere giudizi o critiche.
  • Non essere imperativi, ordinare, esigere.
  • Non fare avvertimenti e minacce.
  • Non umiliare o ridicolizzare.
  • Non analizzare i comportamenti altrui.
  • Non inquisire, interrogare o mettere in dubbio.
  • Approfondire con domande per assicurarsi di aver compreso ciò che l’altro intende dire.
  • Mettersi nei panni dell’altro.
  • Riconoscere i propri errori e chiedere scusa.

Affinare le proprie capacità di ascolto e comunicazione permette di creare una connessione sana con l’interlocutore, entrare in contatto con i vissuti personali reciprocamente e rispettosamente. Questo modo di interloquire aiuta a costruire un rapporto di fiducia, un’apertura al dialogo costruttivo e genera relazioni più intime e durature, basate sulla considerazione e l’accettazione reciproche. 

A tal proposito, esistono dei programmi psicoeducativi specifici e training che, step by step, conducono all’acquisizione delle skills necessarie: per informazioni contattami.


Riferimenti bibliografici

1. Thomas Gordon, 1998. Insegnanti efficaci. Il metodo Gordon. Pratiche educative per insegnanti genitori e studenti. Giunti editore.